La Regina Scalza

 Un autore quando comincia a scrivere sente dentro di se un ritmo, una cadenza silenziosa che accompagna ogni pagina e viene trasmessa al lettore. Nel caso di Ildefonso Falcones, narratore li largo respiro, il ritmo che ha accompagnato il suoi due libri precedenti, “La cattedrale del mare” e “La mano di Fatima”  è stato molto piacevole. Questo terzo racconto, “La Regina Scalza”, a tratti ha un ritmo sincopato, penso sia dovuto alla traduzione a quattro mani.  Avendo letto i precedenti e notando che il primo è stato tradotto da Roberta Boavia, il secondo da Nanda di Girolamo e l’ultimo da Roberta Boavia e  Silvia Sichel non posso che giungere ad una conclusione, ovvero che alcune pagine e certi particolari passaggi appaiono tradotti pedissequiamente. Il compito di un traduttore non è facile, deve rendere comprensibile e scorrevole qualcosa che nella lingua originale è dato per scontato dall’autore. Se proprio ci si vuole attenere alle parole e non a quel che si intende esprimere, si può far ricorso alle note a  piè di pagina, ma probabilmente è qualcosa che avviene nella traduzione di saggi e quasi mai nella narrativa. Eppoi d’accordo sulla spendig revue, ma risparmiare anche sui correttori di bozze mi sembra troppo, la casa editrice Longanesi forse aveva fretta di essere presente in libreria per Natale ed ha curato poco la prima edizione che, anche se fosse andata sugli scaffali il 15 gennaio, sarebbe andata a ruba ugualmente in quanto Falcones ha molti estimatori, tanto che tre settimane fa, durante una gita in Engadina ho portato il libro con me per poterlo leggere sul pullman. Durante una sosta l’autista lo ha notato e mi ha chiesto di poterne iniziare la lettura mentre attendeva il ritorno di noi gitanti, al rientro in Italia è corso ad acquistarlo. Detto questo si comprende perchè le pile di libri presenti nelle librerie si sian ben presto esaurite, magari è già in distribuzione la seconda edizione, di sicuro con molti errori in meno, e se lo dico io che di grammatica non ne capisco nulla, gli orrori nella prima edizione sono davvero tanti.

Per il resto il libro si legge bene, la storia è accattivante, i punti focali sono molteplici in quanto l’autore cura con destrezza i tanti personaggi a cui da vita, e poi una cosa particolare di Falcones è il tacito invito a visitare i luoghi di svolgimento della storia adoperando i suoi testi come fossero una guida storica attraverso le vie e le piazze di Madrid, di Siviglia o Saragozza. La  Spagna la sento come una nazione duale, con due lingue ufficiali, il castigliano e il catalano, due culture, l’araba e la latina, due colori di pelle, i bianchi e i mori. Falcones fa convivere il tutto stigmatizzando gli antagonismi.

Per il resto quale recensione migliore della bordura di copertina per parlar bene del libro? Un’ottima presentazione e recensione la si ha cliccando qui, io non mi dilungo oltre, ho trovato questo spot argentino, che è molto diverso da quello in circolazione da noi. Anche la pubblicità si adatta alle culture.

Autore: Paolo Popof

Se fai un giro nel mio blog puoi apprendere qualcosa in più di quel che so io di me.

24 pensieri riguardo “La Regina Scalza”

    1. Il primo libro, “La cattedrale del mare” è molto bello, si risentono le tensioni de “Il conte di Montecristo”, ma la storia è originale e si snoda sulle vicissitudini di un giovane che dedica buona parte della propria esistenza, alla costruzione della chiesa del titolo, nel dualismo ricco/povero. Pagine che scorrono veloci malgrado la fatica di trasportar pietre. Il secondo invece è la convivenza di due religioni, l’islam e il cristianesimo, in una stessa persona, e vi ho trovato anche un pizzico di sottile ironia. Questo terzo è la convivenza della cultura gitana con quella europea. Gli ambienti storici dei tre libri viaggiano tra il medioevo e il XVIII secolo, e sono le nostre radici europee, che riconosciamo secondo le opportunità del momento.

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    1. In effetti gli scandagliamenti di Falcones lasciano aperte delle domande normali a cui si possono dare risposte normali, la più ovvia “è sempre stato così” porta a chiudere porte e finestre a qualsiasi svolazzo intellettuale, dall’altra, vale a dire il chiedersi “perchè?” le torna a spalancare, come dire una lettura che sembra leggera malgrado possegga una conoscenza storia appassionata a cui lui rimane legato senza scavalcare nel comodo confine del fantastico.

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  1. ho letto la cattedrale del mare. piacevole, ma non credo di avere voglia di comprare gli altri. grazie comunque per la recensione, caro paolo. ( ad ogni modo sono passata per gli auguri… buon anno a te e a tutti quelli che ami! )

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    1. Grazie Virginia, visto che ormai ci siamo e la febbre dell’anno nuovo prende tutti, ricambio volentieri l’augurio di buon anno a te e a quanti ti circondano.
      Per quanto riguarda il libro non sono sicuro che non ti piacerebbe, tra l’altro analizza la situazione di tre donne di infima condizione sociale e di grandi doti peculiari, con una voce in comune dedita al canto, l’unica voce femminile che i sordi riescono ad apprezzare anche se non sentono. Ho trovato delle affinità con “Mille splendidi soli” di Hosseini ad esempio per il forte legame che c’è tra le due protagoniste principali.

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      1. ho trovato interessante il libro di hosseini. se tu ritieni che possa reggere il confronto, allora aspetto che la scalza vada in economico – tanto, peggio di così! 😀

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    1. Se ti piacciono i racconti storici te lo consiglio proprio, il lavoro documentaristico di Falcones è serio, poi, senza che lo faccia l’autore, non si possono non fare paragoni con l’attualità.

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      1. Per me il migliore nei romanzi storici resta Ken Follett,
        basti pensare a ” I pilastri della terra e “Mondo senza fine “.
        Invece nella nuova Trilogia non mi è piaciuto ,si sta ripetendo un po’.

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  2. Ciao
    Ho trovato splendido “la cattedrale del mare” ,un po’ meno mi ė piaciuto “la mano di Fatima ”
    Avevo perplessità su questo terzo romanzo…mi sa che al mio ritorno lo prenderò ….
    Sono sempre a Londra in attesa della nascita! La bimba aspetta il nuovo anno!
    BUON ANNO!!!

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    1. Sai nel leggere “La mano di Fatima” ho avuto la sensazione che malgrado sia stato pubblicato dopo fosse stato scritto prima, forse è stata la linearità del primo a lasciarmi questa sensazione, oppure è da imputare anche questo al traduttore. Come ad esempio in quest’ultimo lavoro la separazione dei capitoli sembra volutamente non indicizzata, con il ruolo del protagonista che si intervalla agli altri creando delle piccole pause di suspense che costringono a tornare indietro per capire chi si sta muovendo tra quelle righe.
      Grazie per gli auguri che ricambio di cuore. Ciao.

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      1. In questi giorni ho chiesto di questo romanzo alla mia con suocera che ė di Madrid e mi ha detto che,rispetto agli altri,le era piaciuto meno e che il migliore resta per lei il primo
        In quanto alla lingua spagnola posso aggiungere che se si parla lentamente ci riusciamo a capire quasi su tutto,quando invece parlano tra loro riesco a capire ben poco!
        Molte parole sono simili alle nostre o al francese e,accento a parte,non mi sento spersa!
        Con l’inglese che non conosco ė ben diverso…capisco le scritte semplici per orientarmi …i londinesi non sono per nulla propensi a venire incontro a chi non sa la loro lingua
        All’ufficio informazioni della stazione Victoria non c’era una persona che sapesse,non dico l’italiano,ma almeno il francese!
        Ancora BUON ANNO!!

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  3. Non penso che la responsabilità del non gradimento del libro sia da dare alle traduttrici,ma semplicemente che Falcones con questo libro ha toppato ! Ho letto un sacco di recensioni negative tutte di lettori come te e me e che come me hanno trovato che il libro migliore di Falcones sia stato “La cattedrale del mare” .
    Ho provato a leggere “La mano di Fatima ” ,ma arrivata a metà libro non ne potevo più e l’ho abbandonato.
    Con ” La regina scalza” mi risparmio direttamente di iniziarlo e comincio a leggere qualcos’altro.
    Dai un’occhiata a questo link
    http://www.qlibri.it/narrativa-straniera/romanzi-storici/la-regina-scalza/
    Tanti cari Auguri di Buon Anno Paolo ,a te e tutti i tuoi cari.
    liù

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    1. Io invece sono tentato di fare un confronto tra la prima e le prossime edizioni, perché la narrazione è di buon spessore, ci sono solo dei passaggi farraginosi nella prima metà del libro,e qualche errore di grammatica, tipo il soggetto che manca, ma questo è dovuto più alla traduzione che all’autore.

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  4. Caro Paolone,
    confesso di non aver letto nessun libro di Falcones, anche se uno me lo avevano regalato, anni fa.
    Quindi… non sono qui per commentare il tuo post.
    E allora?
    Beh, è facile.
    Oggi è giorno di auguri, no?
    BUON ANNO NUOVO.
    A te.
    A tutti i tuoi cari.
    E a tutti gli amici di questa casa.
    Un abbraccio a tutti.
    Piero

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    1. Nel ricambiare gli auguri ti do una dritta, visto che almeno una volta all’anno fai viaggi transoceanici, i libri di Falcones sono un’ottima lettura per non sentire il viaggio. Bon anno Pier 🙂

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  5. Mi fido del tuo giudizio (mi consigliasti benissimo con Neve di Pamuk) e inizierò a leggere Falcones. Comprerò intanto il primo libro, La cattedrale del mare, poi si vedrà.
    Ultimamente, coi terzi libri ho avuto una delusione. Così è stato con Hosseini e il suo terzo (o quarto) -E l’eco rispose., dopo la bellezza dei primi due, e con tutti i libri di Zafon dopo .L’ombra del vento-. Quindi appunto la cattedrale del mare per la prox visita in libreria.
    Ci siamo fatti gli auguri di Buon Anno? Sì, ma te li rinnovo con piacere 🙂
    Ciao

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    1. Credo che la faccenda del terzo libro non sia del tutto esatta, perlomeno andrebbe approfondita. In passato le opere di uno scrittore, un musicista, un poeta, erano in crescendo, gli editori riuscivano ad intuire già dai primi scritti se era un autore o un compositore da coltivare. Oggi sembra che le prove di scrittura ognuno le faccia in privato e finisca per riuscire a pubblicare per prima l’opera meglio riuscita e quindi a vendere tanto. Dopo anziché scavare alla ricerca di forme e contenuti, tende a ricreare le atmosfere che gli han dato il successo.
      Mentre leggevo e facevo quelle considerazioni che ho scritto nel post, sai a cosa pensavo? Al personaggio di Storia dell’assedio di Lisbona di Saramago, proprio per il compito delicato di un traduttore, e a libro finito, dopo il tuo commento penso ancora a Saramago e alla sua ricerca della perfetta storia orale, mai uguale a se stesso. Ecco Flores non si può leggere a voce alta, la storia rimane sulla carta e le emozioni si catturano con gli occhi, anche della fantasia, è come un’altalena in cui le oscillazioni sono o meglio sembrano, sempre uguali.
      Ciao e ancora Auguri 😉

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      1. Può essere che uno scrittore, raggiunta la fama, dia poi in stampa prodotti in copia o con maggiore superficialità.
        Il compito del traduttore è fondamentale per mantenere intatti gli intenti dello scrittore. (oso anche dire che a volte è importantissimo anche il compito del correttore di bozze per gli autori nostrani…). Nei 3 volumi di 1q84 di Murakami, ad es, ci sono improvvise e ripetute cadute ed ingenuità linguistiche che, penso, si debbano attribuire alla traduzione.
        Hai letto Il profumo di Patrick Suskind? Un libro scritto benissimo e che colpisce anche per la spettacolare ricchezza degli aggettivi. Lo scrittore è tedesco e non so se la lingua tedesca possiede tanti e tali vocaboli, peraltro specifici per l’olfatto. Penso che un gran contributo lo avrà dato la traduttrice italiana.

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