Manca poco alla manifestazione Expo Milano 2015, i lavori sono in corso, anche di notte. Qualche giorno fa transitavo sull’autostrada vicina all’area, le saldatrici distribuivano bagliori nel buio notturno, perché si è ancora a unire le solette alle pareti dei prefabbricati in cemento armato, dopo toccherà alle tubazioni delle unità di trattamento aria (calda e fredda) ed agli infissi, se non si vuole fare un expo stile Colosseo. Poi sarà la volta degli allacciamenti alle reti di acqua, luce e gas, e le pavimentazioni. Per fortuna l’aera Fieristica di base è esistente da anni. Verrà piantato qualche albero vegetale o si ricorrerà al virtuale?
Dei ritardi nei lavori si sa già da tempo, anche dell’asta per la riqualificazione delle aree post expo andata deserta, ne han parlato, eppure la manifestazione, oltre che per la nazione Italia, potrebbe portare per la Lombardia una movimentazione di persone, capitali e merci, tale da incrementare da solo il PIL di almeno un punto.
La Lombardia è conosciuta ai più come area industriale, il fenomeno turistico o meglio l’industria turistica molto meno. Giusto per fare un esempio (e non me ne vogliano i romagnoli) la riviera romagnola vanta attrazioni turistiche lungo un mare buono per gli sbarchi militari, ma la gente del posto, lavorando di testa e gomito, negli anni ha trasformato le case in alberghi, le buche in piscine, i capannoni in discoteche, le cascine in agriturismi, i tratti di strada ferrata abbandonati, in percorsi ciclabili, la piatta riva del mare in box con sdraio ed ombrellone a pagamento e nel mese di agosto le code per un posto al sole in riviera iniziano a Milano, in quella Lombardia che può vantare bellezze naturali incredibili, dalle Alpi ai laghi alle oasi verdi dei parchi di pianura.
Le bellezze naturali purtroppo hanno un basso richiamo turistico nazionale, le foreste Lombarde son poco conosciute, il tesoro dei suoi laghi ha più clienti in Germania che non in Veneto, sulle Alpi è più facile incontrare un giapponese che non un francese, e le città di confine, cresciute e sviluppatesi grazie alla divisione degli Stati, ai dazi e alle dogane (e relativo aggiramento), sono perle benedette dalla defiscalizzazione.
Lungo il lago di Como si respira un’aria cheta, la cornice delle Alpi Lepontine delimita gli spazi, aiuta a raccogliere il pensiero e ad ascoltare i passi sulla strada, e lontani appaiono i suoni di auto, di sirene e lo sferragliare dei tram cittadini. Se expo Milano 2015 aprisse una finestra con vista lago non sarebbe poi male, potrebbe offrire questo panorama: