“….La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. ” Queste sono le parole scolpite nel primo articolo della nostra Carta Costituzionale. Quello di cui non si rende conto il popolo sovrano, è che l’esercizio della sovranità comporta anche responsabilità, ma il popolo sovrano è anonimo, può essere anche causa di errore irresponsabile. E’ proprio confidando in questa sua capacità di errore senza responsabilità, che chi è legittimato a legiferare ogni tanto gli affida il compito decisionale.
In questi giorni è un bombardamento continuo di NO al referendum, manifestazioni oceaniche (a detta degli organizzatori) in cui sembra che il 75% dei parlamentari fosse geneticamente contrario alle Riforme Costituzionali. Ma dov’era quel 75% che oggi chiama all’adunata nelle piazze nei giorni del voto? Erano assenti? Erano distratti? O facevano i pesci in barile, in attesa che i tempi fossero maturi per trovare argomentazioni politiche e filosofiche per avallare il NO indecisionista?
Poi ci sono quelli che in Parlamento si sono espressi a favore e ora sono diventati contrari. Lo han fatto per istinto di sopravvivenza, a protezione di una qualche loro posizione di comodo allora e oggi si schierano per il NO cercando di mantenere le cadreghe? Certo che, senza i 365 posti a sedere del Senato, molte di quelle poltrone occupate alla Camera verrebbero contese dagli sfrattati.
Renzi non sarà simpatico, a me da anche un fastidio epidermico, ma fa senso sentire le argomentazioni di quella parte dello schieramento del NO, che al contempo dice peste e corna dei politici e poi è contro la soppressione del sistema bicamerale paritario (forte ridimensionamento del Senato), delle Provincie e del gerontocratico CNEL. Trovo sia da masochisti denunciare le sanità regionali malate, le infrastrutture regionali eterogenee e poi essere contrari a riportarne la centralità allo Stato.
Penso che con la vittoria del NO andrà a finire come è sempre avvenuto, ovvero tante chiacchiere e nessun cambiamento, così il giorno dopo tutti a sputare addosso ai costi delle macchina Istituzionale, al suo funzionamento intermittente e dispersivo, a lamentarci che in alcune Regioni si muore più di altre, a lagnarci delle infrastrutture vetuste (se esistenti) al sud e delle pale eoliche piazzate dove meglio aggrada ai governatori regionali di ogni latitudine, senza alcun vantaggio per il popolo sovrano (e piagnone).
(La foto sotto l’ho scattata qualche anno fa e già allora mi chiedevo cosa ci facesse una giostra sotto il Palazzaccio sede della Corte Costituzionale).