Mese: gennaio 2011
SE FOSSI TUA MADRE
Se fossi tua madre..
farei fatica a respirare, il fiato sarebbe veleno mortale
nessun sole, nessuna brace, nessuna fiamma
riuscirebbe a scaldarmi
in nessuno specchio o pozza mi rifletterei.
Se fossi tua madre..
cercherei cilici spinosi
verserei oceani di lacrime
avrei il mio sangue cristallizzato nelle vene
le mie carni sarebbero fisse come mummia.
Se fossi tua madre..
il rimorso, il rimpianto
mi perseguirebbero come ombre
non oserei chiedere nemmeno il perdono.
Una sola domanda tormenterebbe il mio cuore:
che n’è stata di quella stella,
a che è servito il mio latte se insieme ad esso
non ho messo niente per l’anima?
Se fossi tua madre..
saprei dove cercare il germe del tuo presente..
lo troverei nella mia paura paralizzante
nella mia non consapevolezza e
nelle mie fragilità di donna passate a te come un testimone,
nello spettro della miseria e non capire che
non esiste miseria più grande dello svendersi,
nell’abbaglio di false illusioni,
nel mio essere ignava, nel non vedere,sentire,capire e agire
che giocavi il riscatto della dignità su un tavolo sbagliato.
Se fossi tua madre..
impietrita ti direi
che quattro cianfrusaglie sbriluccicanti
non ti fanno più bella,
un po’ di denaro
non ti fa più ricca,
la compagnia di sciacalli
non ti rende famosa,
non vorrei mai che tu cercassi la mia complicità come consenso
saprei darti solo scelleratezza
Se fossi tua madre..
se lo fossi davvero
ora con slanci da leonessa
ora in un abbraccio di lacrime,
in un nodo d’amore,
nel dolore delle ferite,
nell’appiglio di una speranza,
ci proverei ancora
a ripercorrere l’essenza.
Ci proverei…ci proverei
ad imparare e ad insegnarti
ad incamminarci per quei sentieri che conducono
alla scoperta della dolcezza dell’amore,
all’incanto del tuo essere mamma,
alla luce delle idee
alla forza dei valori
all’ebbrezza della libertà
alla bellezza della dignità
al coraggio della scelta.
Se fossi tua madre…ci proverei.
Autore:Semplice
Questa poesia l’ho scritta di getto, un tumulto del cuore e della coscienza, giovedì sera durante la trasmissione tv Annozero, dopo aver ascoltato l’intervista della madre di N.M., una escort, implicata nello scandalo del bunga bunga.
La scellerata madre è a conoscenza del genere di vita della figlia, ha confermato che tutti i regali, mostrati dalla ragazza in un’intervista, provengono dal Presidente ( un po’ di bigiotteria, un foulard, denaro), con naturalezza ha riferito del nipotino affidato prima ad una famiglia estranea e adesso ai nonni paterni,perchè la madre non è idonea, ma la cosa che mi ha imbufalita,ancora di più, è stata quando ha riferito di aver parlato con lui al telefonino, un giorno che la figlia, ha pensato di far contenta la mamma mentre era in macchina verso la villa.
Lei commossa e imbarazzata di parlare con una sì alta carica…non trova nulla di meglio da dirgli:
“abbiamo grossi problemi, ci aiuti!”.
27 Gennaio “GIORNO DELLA MEMORIA”
Lasciamo un pensiero raccontando l’umano: Giovanni Guareschi (1943- 1945), prigioniero in Germania scrive il suo “Diario clandestino”. Scrive in prigionia con un umorismo intelligente e cerca di vedere il lato comico delle situazioni. Uno spirito allegro nonostante tutto, scrive il suo diario per far partecipi i suoi compagni di sventura della cruda realtà.
“L’unica cosa interessante, ai fini della nostra storia, è che io,anche in prigionia conservi la mia testardaggine di emiliano della Bassa:e così strinsi i denti e dissi:”Non muoio neanche se mi ammazzano!”. E non morii.”
Giovanni Guareschi
Non siamo tutte uguali
In Italia esistono anche altre donne.
Esiste San Suu Kyi, che dice: «Un’esistenza significativa va al di là della mera gratificazione di necessità materiali. Non tutto si può comprare col denaro, non tutti sono disposti ad essere comprati. Quando penso a un paese più ricco non penso alla ricchezza in denaro, penso alle minori sofferenze per le persone, al rispetto delle leggi, alla sicurezza di ciascuno, all’istruzione incoraggiata e capace di ampliare gli orizzonti. Questo è il sollievo di un popolo.
La gioia delle piccole cose
Spesso non ci accorgiamo che quello che stiamo vivendo è un momento perfetto e che stiamo provando un piacere intenso.
Non è la felicità delle grandi occasioni: nascite, successi nel campo lavorativo, ecc…, ma una piccola gioia ripetibile che ci riempie la vita.
Per esempio quando riusciamo a far funzionare il nostro pc improvvisamente muto, quando riusciamo a portare a termine una settimana di dieta….
Ognuno ha i propri momenti trascurabili di felicità, alcuni sono insensati, altri malinconici, altri trascurabili. Perché non ci interroghiamo e cerchiamo di trovare Il nostro momento perfetto, il nostro lampo lieve di felicità che non avevamo mai notato, ma che è sempre stato in noi.
Via dal Campo
Credo che in pochi abbiano capito quel che soffre oggi il capo del Governo. Mai credo avrebbe creduto possibile di essere accusato, dopo 15 anni di quasi ininterrotto governo, di crimini che soltanto delle contorte menti bigotte potessero concepire.
In questi anni ha curato molto gli interessi del gruppo economico di cui è a capo. Forse pensava che essere capo del governo, potesse cambiare anche il modo di pensare della gente che affolla le chiese e i mercati. Così non è stato.
In questi anni nessuno ha capito il suo pensiero, forse neanche lui stesso sa di essere Anarchico.
Le accuse mossegli sino ad oggi possono esere dettate dallo sdegno, dalla rabbia o dalla disillusione dei benpensanti.
Pensiamo all’accusa assurda di evasione fiscale (caso Medusa/Mediaset): chi ha mai pensato che quello potesse essere un principio liberale di mettere in concorrenza gli stati? Chi ha capito il suo bisogno di essere libero di scegliere il paese in cui pagare le tasse? E un comportamento simile, non mette in concorrenza gli stati tra di loro per accaparrarsi i migliori contribuenti?
Pensiamo alla continua caccia all’uomo fatta dai giudici, per averlo nelle aule di un tribunale. Lui ha cambiato delle leggi, i giudici sono stati trasferiti, promossi, pensionati, a quanto pare inutilmente; ha sbagliato, non ha preso alla lettera le parole di quella canzone di De Andrè “prima cambiarono il giudice, poi la legge”, forse gli sarebbero stati necessari altri due o tre anni di lavoro. Non si comincia dal tetto una casa, le leggi si interpretano, i giudici no, si cambiano. Ma tutti i ruminanti di legge a suo servizio, erano già impegnati in Parlamento. Chi di noi non vorrebbe che i propri avvocati li pagasse quello stesso stato che ti vuole processare?
Ma si diciamolo chiaro, noi che gli puntiamo il dito contro, altro non siamo che dei bigotti.
Lui si è lasciato andare, un pò come Tom Cruise in quel film di Stanley Kubrik “Eyes Wide Shut”, in cui viene analizzata la povertà del sesso consumato come una ginnastica erotica, tra orge e incappucciameti in stile massonico. Non si esce dal deserto della vita rilassandosi in feste o festini, alla fine diventa solo una noiosa trasgressione programmata, che pur non avendo niente di incostituzionale, finisce sulle prime pagine dei giornali.
A che pro le pagine dei giornali si riempiono d’inchiostro per le avventure erotiche del capo? Si riempiono perchè la gente è morbosamente attaccata ai fatti altrui e vive in una continua dicotomia. La gente si commuove davanti al Cristo morente che perdona Tito, ma appena esce dalla chiesa metterebbe al muro chi ha rubato una mela. Le persone si inteneriscono davanti a Maddalena, ma non perdonano la creatura che apre le cosce al primo arrivato.
Non voglio farla lunga. Berlusconi non si è reso conto che accettando i voti della maggioranza che lo ha eletto in questi anni, avrebbe dovuto accettarne anche il bigottismo. Un uomo delle istituzioni, non si può permettere di accompagnarsi a compagni malfidati, mette a rischio le istituzioni in quanto diventa ricattabile e pone in serio pericolo quella sicurezza a cui tiene la gente che lo ha eletto.
Forse avrebbe dovuto essere più chiaro e dire subito “non sono quello che pensate”, peccato non potesse farlo, non lo avrebbero votato.
Popof, 19 gennaio 2011
Lucia B. presenta “COME MI BATTE FORTE IL TUO CUORE” di Benedetta Tobagi
IL FASCINO DELLE PRIME VOLTE (di Lucia B.)
Qual’è il segreto di una lunga vita per trovarla interessante non solo prime volte?
Le prime volte sono indimenticabili.
Il primo amore, non si scorda mai.
Il primo schiaffo, rimorde dentro con il suo bisogno di vendetta.
Il primo insuccesso, meglio scordarlo che rimurginarci dentro.
Il primo lutto familiare, che è come sentire nello stomaco lo strappo delle radici per anni.
Il primo desiderio sessuale, vibrante sconosciuto che tagliava le gambe.
Spesso i giovani credono che il rimpianto del tempo passato sia mancanza di fantasia, di desiderio del nuovo, di gioventù. La verità è che si esaurisce lo stupore della prima volta, che sia il primo colpo di fulmine, o un mare lontano.
Per vivere bene è giusto ricordare che il mondo continua, anche dopo la prima volta. Sapere che alla sorpresa di quello che non si conosce, seguirà quella delle conoscenze vissute. Solo le prime volte dei bambini possono far scoprire agli adulti il calore della vita, se le sanno ossernvare attraverso le lenti della propria esperienza.
Poi la vita è fatta di stagioni.
C’è la primavera delle prime volte, delle emozioni sconosciute.
Poi arrivano le estati, con le centinaia, migliaia di seconde volte….
L’autunno con le emozioni che volano via come uccelli che migrano.
E c’è l’inverno, con il suo freddo che richiama la morte e nasconde i germogli sotto la neve.
EPPURE…TI AMO (di Semplice)
Senza corpo, nè viso
inafferrabile
impalpabile…
eppure io ti amo…ti amo
Con la passione dell’amante più ammalìato
cerco il tuo abbraccio
tra verità e menzogne
promesse e sfide
resa e lotta
attese e scoperta
voli a planare e misere cadute
Nonostante
i tuoi modi violenti
i tuoi squarci dentro l’anima
le prove impossibili
i labirinti senza filo
gli schiaffi immeritati
le malinconie strazianti
i cristalli di sale
i dolori inaccettabili
gli abbandoni inconsolabili
gli enigmi senza soluzione
le offese senza scuse
eppure io ti amo…ti amo
E…arrendendomi
cammino su orli di precipizi
scalo a mani nude pareti di roccia
bevo calici amarissimi
azzero il fiato
volo senza ali
Io come Tantalo a ricominciare
un inizio senza fine
alba che rincorre notte
Più mi sfuggi…più ti amo
Sedotta
mi lascio prendere da te
dai tuoi modi ruffiani
dalle accattivanti sensualità
dalle tue sorprese
dai misteri
dai tuoi capricci
dalle incognite
Cercandoti
tra le illusioni
nella magìa di un sogno
nella speranza mai rinnegata
nella linfa che scorre nelle mie vene
nella forza del coraggio
in un pizzico di follìa
nella fiamma di un’idea
nella dolcezza dell’amore
Perdendomi
nei momenti di felicità inaspettati
nella bellezza di un cielo azzurro
nel profumo all’aprirsi di un fiore
in un’onda che si infrange
nell’incanto di un tramonto
nella tenerezza di momenti e…
basta un sorriso
una carezza
un abbraccio
un sussurro
un ricordo
una nota
per fare di attimi eternità
Presa da te
io ti amo…eppure ti amo
effimera come un battito di ciglia
uno svolazzar d’ali di una farfalla
il soffio di uno zefiro
il fremito di un brivido
volubile come il cielo di marzo
sulla scena del mondo
io ballo insieme a te Vita
eppure io ti amo…Vita
ti amo.
autore:semplice