Pensioni o elargizioni?

I continui interventi, a volte contenitivi, come la riforma del ’93 (Amato) o quella del 2011 (Monti Fornero), a volte dilatativi, come quota 100 e simili, portano a pensare che la pensione, più che un diritto derivante da obblighi contributivi, sia una elargizione delle casse previdenziali dello stato.

D’altronde che interpretazione aspettarsi da chi gode di benefici e vitalizi economici superiori ai benefici apporti legislativi (senza contare quelli dannosi) prodotti in anni di amministrazione della cosa pubblica? Quindi la pensione, malgrado un lavoratore versi un capitale dal consistente montante contributivo, agli occhi di chi governa, è un premio fedeltà, pertanto non merita una copertura inflazionistica.

Chi scrive, e penso tanti di quelli che leggono, sa bene che i 400.000 € di contributi versati in 42 anni e 10 mesi di lavoro, sono serviti per pagare le pensioni di chi non ha potuto versarli perché chiamato a servire la patria, o perché vittima di datori di lavoro che non li versavano, o beneficiario di leggi anomale che consentivano di percepire la pensione con 15 anni e ½ di contributi, questo lo sappiamo tutti, ma chi ha lavorato e contribuito economicamente a mantenere la macchina previdenziale, merita oggi di vedere ridurre il proprio potere d’acquisto per coprire il fabbisogno di un bilancio dello Stato che vede lavoratori e pensionati come unica fonte certa d’introito fiscale?

Il ritorno dell’inflazione

Per chi ha qualche annetto come me, si tratta del ritorno di qualcosa di già vissuto quasi mezzo secolo fa e che ci son voluti anni per essere debellata, forse più per effetti esogeni che non endogeni.

Oggi come allora si tratta di inflazione importata, nel 1974 fu l’impennata del prezzo del greggio, oggi quella del gas, guarda caso tra i maggiori produttori delle due materie prime, ci sono gli USA e guarda caso l’inflazione oggi come allora s’è fatta sentire prima negli Stati Uniti. Le cause dell’inflazione oggi però non voglio considerarle.

Certo è che siamo ancora agli inizi, gli effetti peggiori si vedranno in autunno quando le tariffe aggiornate dei distributori saranno interamente operative.

Il tampone messo sin qui dal Governo Draghi non potrà spingersi oltre una certa soglia, e chi accenderà la caldaia a gas alla fine di settembre vedrà ad ottobre/novembre l’effetto reale degli ultimi rincari e un effetto a cascata su beni e servizi, quindi per chi è a reddito fisso, è il caso di non farsi trovare impreparati. Che fare?

Qualche giorno fa il TG1 proponeva la riscoperta del libro dei conti familiare, qualcosa di simile al libro mastro aziendale, ma il breve servizio non spiegava per nulla a cosa serve segnare con costanza entrate ed uscite per tenere i conti sotto controllo, e cosa farsene.

Il metodo che adotto attualmente è poco analitico ma sufficiente per leggere i sottostanti dei dati.

Utilizzo un foglio excell. La voce entrate ad esempio non la considero affatto in quanto è stabile, segno solo le voci in uscita: manutenzioni e tasse, energia elettrica, gas, telefono, acqua e rifiuti, tv e internet, alimentari e pulizie, trasporti e assicurazioni, vestiario e varie, tempo libero. Salute. Il totale delle uscite e l’immissione di contante ha il solo scopo di verifica, in basso a destra conteggia il residuo di cassa. Lo schema è questo:

matutenzioni
e tasse
energia elettrica
gas
telefono
acqua e rifiuti
traporti e
assicurazioni
vestiario
e varie
tempo liberosalutetotaleprelievi e possaldo
Somma
delle voci
importo

Lo scopo del foglio non è quello di vedere quanto si spende ma come si spende.

Il mio suggerimento per chi vuole utilizzare questo metodo, è quello di spendere liberamente il primo mese, fare un’analisi dei costi necessari e di quelli non indispensabili, il mese dopo cominciare a ottimizzare la spesa per questi ultimi e magari ridurla dove possibile. Con il passare dei mesi lo schema consente di poter decidere quanto deve essere il budget familiare annuale in rapporto alle entrate, un modo per vivere senza patemi rinunciando solo al superfluo.

Chi è?

Ne “I Miserabili” Victor Hugo, descrivendo Gillenormand, dice: Non andava in nessun luogo, se non a patto di dominare. E’ una qualità delle persone che vogliono essere influenti a ogni costo; ove non possono essere oracoli, si fanno buffoni.

A quale Matteo, politico dei giorni nostri, si adatta meglio la frase?

La sindrome Calimero dei Presidente di Regione

calimero
Immagine presa da httpsexploringyourmind.comthe-calimero-syndrome-complaining-as-a-way-of-life

Con la pandemia in atto il federalismo all’italiana, il regionalismo, mostra le sue crepe nella parte più avanzata della sua realizzazione, quella sanitaria.

Le mostra nel pianto De Luca che è stato tinto di giallo quando voleva essere rosso, i dati che ha trasmesso al Governo si vede che non li ha nemmeno letti. Lascia un’immagine indelebile di sud piagnone.

Piange Fontana, e non c’è da meravigliarsi visto che l’oggetto del cognome eroga acqua a comando. La più ricca Regione d’Italia oggi, a causa di scelte scellerate, è costretta a mendicare anche un semplice vaccino antinfluenzale.

Piange Musumeci, tinto di arancione come gli Hare Krishna, non ci sta, la sua autonomia gli consente un bilancio a fisarmonica, lui non deve dare conto a nessuno di come spende i soldi. I sudditi hanno la consegna del silenzio.

Insomma tutti piangono come il piccolo pulcino nero, cercano appigli per lavarsi le mani. Ascoltassero la fatina che gli consiglia il candeggio. Da piagnoni scelgono la candidatura che tutto lava, anche le coscienze.

Lotteria degli scontrini

Di cavolate ne ho scritte tante, quelle pensate e mai trasformate in scrittura sono molte di più. Una di queste è un’idea pensata molti anni fa relativa all’istituzione di un sorteggio sulla base delle tasse pagate, allo scopo di sconfiggere l’evasione fiscale. Mai avrei pensato che potesse trovare una sua realizzazione.

E’ fuori di dubbio che le imposte incassate grazie al gioco del lotto, dei gratta e vinci, delle scommesse e del totoqualcosa rappresentino una voce attiva per le casse dello Stato. Il mio tabaccaio ha ancora esposto un cartello in cui si invitano i clienti a grattare fuori perchè la polverina dorata si accumula e sporca in maniera indelebile il bancone. In era covid se ne è aggiunto un altro che invita a grattare il biglietto a casa per non avere assembramenti.

Credo ci sia stata in questi mesi covid anche una sospensiva del gioco, ma ora gli adepti della Dea Fortuna potranno tirare un sospiro di sollievo, parte la Lotteria degli Scontrini (scriviamolo maiuscolo così nessuno si offende).

Oggi ho provato a collegarmi al sito http://www.lotteriadegliscontrini.gov.it e come immaginavo occorre registrarsi inserendo per prima cosa il proprio codice fiscale. Quasi quasi son tentato di inserire il mio PPFMLM55D25F119Z e vedere cosa succede. Ma no, non mi va di lasciare traccia del mio codice fiscale sul telefonino, se poi in fase successiva occorrerà lo SPID e l’inserimento dell’IBAN bancario il telefonino diventa una cassaforte aperta, visto che il Bluetooth è attivo per la rilevazione IMMUNI.

Ah già IMMUNI non sono riuscito ad attivarlo perché richiede Android > di 6.0 e se 1+1=2 di sicuro non riuscirei a registrarmi nemmeno alla lotteria. Quindi lascio perdere? No, voglio provare e poi chiedere il risarcimento dei danni.

Certo con questi chiari di luna cedere al MES sarebbe un suicidio, come spiegare a Bruxelles che i soldi del MES servono per combattere l’evasione fiscale mediante una lotteria?

Appunti di vacanza al tempo del covid 19 (5)

Over lapping.

In un bar gelateria noto la sovrapposizioni di ruoli che inevitabilmente creano confusione. Una persona va alla cassa per chiedere dei prodotti da portar via. La cassiera invita la cliente a rivolgersi direttamente al banconista. Questi prepara l’ordine. La cliente torna alla cassa. Il banconista detta l’ordine alla cassiera che produce lo scontrino e va a controllare se la lista contiene tutto quel che c’è nella borsa, il banconista conta i pezzi, per confermare, finalmente la cliente paga alla cassa e poi torna al banco a prendere la borsa. La fila di persone intanto si allunga, in tempi di covid non è bello. Ho notato anche andirivieni a vuoto dei camerieri al servizio dei tavoli. Clienti che mentre son serviti dal cameriere X dopo due minuti si rivolgono anche al cameriere Y. Ho fatto notare la cosa al cameriere di un bar dallo sguardo intelligente. Ho chiesto se avesse un contapassi, tranquillamente mi ha risposto che ha contato fino a sette volte i propri passaggi a ad uno stesso tavolino. Ho suggerito che la regola principale dovrebbe essere di non fare mai avanti e indietro dal bancone ai tavolini a mani vuote, minimo dopo una consegna occorre portare un nuovo ordine al bancone. Eccessiva disponibilità nei confronti di un cliente comporta dispendio di tempo ed energie. Ti ordinano un caffè e quando porti il caffè il cliente ti chiede l’aggiunta di qualcosa, non correre al bancone, guardati prima in giro per vedere se altri clienti hanno bisogno e registra l’ordine, consegni l’ordine al banco e prelevi quel che mancava al primo cliente e se questi ha altre richieste lascialo aspettare, la prossima volta sarà più solerte, meglio una mancia (improbabile) in meno che arrivare a sera con i piedi gonfi.

Ieri sera abbiamo consumato una pizza ad Alì Terme, che pur non presentando i fenomeni di affollamento degli altri posti, con il virus che serpeggia tra la gente, trovare posto senza aver prenotato non è facile.

Il locale difatti era quasi al completo per i posti consentiti dal distanziamento. Come in tutti gli altri locali in cui mi son fermato, nessuno mi misura la temperatura ma compilo un’autocertificazione.

Nella fretta i camerieri non si guardano in giro, fanno viaggi a vuoto ed inevitabilmente finiscono per servire in due lo stesso tavolo dimenticandosi di chi non alza la mano o la voce. Chissà che caos nelle cucine. Un’anziana coppia ad un tavolo vicino che è arrivata insieme a noi (ma loro avevano prenotato) ha iniziato a mangiare quando noi eravamo pronti ad andar via. Vedo che bar, ristoranti e pizzerie gestiscono male il personale di sala e di conseguenza la clientela.

Tra la fine di giugno e i primi di luglio ho trascorso una vacanza in Abruzzo. Era la riapertura dopo il loockdown, nell’hotel che mi ospitava c’è stata un’iniziale confusione a causa di un giovane cameriere che prelevava le portate senza riconoscere quel che contenevano, servire ai tavoli non è un lavoro da nulla, se non riconosci i piatti e non tieni a mente gli ordinativi rischi pasticci. In quindici giorni ho visto la rotazione di almeno 7 camerieri. Da quel che ho capito quest’anno non è facile trovare camerieri esperti che, al compenso di 900/1000 € preferiscono il Reddito di cittadinanza, andare al mare e non rischiare il covid.

L’ultima cameriera però dopo una settimana era ancora al suo posto: 60 anni, donna, ottima esperienza e duttilità a lavorare dove occorre. Mi confessa che la figlia 30enne è sul divano di casa con RdC in tasca e palmare in mano.

Appunti di vacanza al tempo del covid 19 (4)

Prima di partire ho cercato di documentarmi circa gli obblighi di chi sbarca in Sicilia.

Nei mesi scorsi i TG avevano riportato notizie di blocchi imposti dalla presidenza regionale e a Messina che il sindaco in persona si fosse recato al porto a controllare tutti gli arrivi dei traghetti. Si una pagliacciata ampiamente documentata anche in spassosi video su youtube. Messina ha 4 porti o punti di imbarco/sbarco e il sindaco non penso abbia il dono dell’ubiquità, era li dove aveva invitato giornalisti, fotografi e cloche.

Fatto sta che cercando di prenotare il traghettamento dell’auto on line, sul pc si accende il banner dell’applicazione “Sicilia.Si.cura” che mi invita a registrarmi prima di procedere alla prenotazione. Ne apprezzo l’efficienza preventiva.Cattura1

Compilo diligentemente il form e salvo il tutto, mancano solo le schede di viaggio del gruppo di famiglia. Avendo qualche dubbio sulla effettiva funzionalità dell’applicazione telefono al numero verde indicato sul sito. Con grande meraviglia noto che malgrado siano le 20,00 di un sabato sera una voce gentile mi risponde. Espongo i problemi riscontrati e mi vengono date le soluzioni. Alla fine faccio notare che nel format non ho visto alcun pulsante di stampa. La gentile vocina mi dice che non è necessario, basterà mostrare all’addetto il telefonino con il nulla osta dell’app.

Nasce un problema, sto usando il pc e io non ho un iphone ma un semplice telefono risalente al 1998 ancora funzionante ma senza internet. Mi suggerisce di attivare l’applicazione sul telefono di uno dei miei congiunti al mio seguito. Va bene, e se decido di venire in Sicilia da solo che faccio? Ho ringraziato e riagganciato con molte perplessità.

Prima di spegnere il pc un altro banner sul sito delle Poste Italiane mi invita a fare il Telepass che da quest’anno è attivo anche per gli imbarchi per, e dalla, Sicilia.

Ho acquistato il Telepass, mi sono imbarcato sul traghetto senza scendere dall’auto per il biglietto, nessuno mi ha misurato la temperatura corporea né voluto vedere la marca del mio telefonino. Sicilia-si.cura dicono sia un flopp, ma mi viene il dubbio che possa essere tracciato con il Telepass.

Ho anche tentato di registrarmi con l’app Immuni che mi da più fiducia, in effetti ho un moderno Sony Xperia con 3 anni di vita, ma Immuni non è compatibile. Mi chiedo se i softwaristi che lavorano per i nostri Enti vengano regolarmente pagati. Vorrei tracciare i potenziali contatti, ma non mi va di cambiare un telefono perfettamente funzionante.

Appunti di vacanza al tempo del covid 19 (3)

Una vista del Museo presa dal web

In questi giorni sto comprando la Gazzetta del Sud edizione di Messina. Le cose che più mi colpiscono sono le notizie sulle lungaggini amministrative.

Ieri veniva annunciato che il Museo cittadino, inaugurato un paio d’anni fa dopo 30 (dicasi trenta) anni dalla posa della prima pietra, non è a norma con le leggi sulla sicurezza elementari oltre che al covid 19.

Oggi il Presidente di Regione inaugura insieme al suo assessore alle infrastrutture lo svincolo di Rosolini sull’autostrada Siracusa-Gela che “nei fatti è aperto e in uso da 6 anni” (pag. 16 della Gazzetta odierna, 07/08/2020). Qualche riga prima si accenna al fatto che questo è un atto di ripicca nei confronti del Governo nazionale che aveva inaugurato un viadotto sulla A19 anticipatamente. Beghe di cortile che non mi va di approfondire.

Ciliegina sulla torta è stato dato il via libera alla riforma urbanistica con 49 voti favorevoli dell’ARS: la riforma prima di essere votata ha visto trascorrere 42 anni dall’emanazione dell’ultima legge urbanistica che risale al 1978. “La riforma mette ordine al sistema di pianificazione, semplifica le procedure e attribuisve alla Regione competenze specifiche di coordinamento attraverso una nuova visione del Piano territoriale regionale (PTR)”. Immagino l’allora neo assunto in Regione che ha iniziato a battere con l’Olivetti dell’epoca, e che per tutta la vita ha lavorato alla sua stesura. Davanti ad una storia simile forse Franz Kafka avrebbe pensato di scriverci un libro.

In zona centro della città di Messina, una lapide ricorda che in quel quartiere alloggiò Giovanni Pascoli. “Insigne letterato, autentico servitore delle Istituzioni, nel lustro della prosopopea ne elargirono gli effetti illumin….. presenti alla posa il Vescovo Cardinal Vattelapesca, il mago Merlino, la Fata Morgana”: oddio quanto odio questa città schiava del suo inutile borbonico turpiloquio che celebra la presenza dei vivi che si appoggiano ai morti.

Tra i mali della nostra società il manicheismo di funzionari e direttori generali della struttura burocratica è un fardello pesante. I politici, se incompetenti, devono supportarsi di funzionari e dirigenti che conoscono la materia e ne diventano succubi, con o senza colpa.

Sensazioni di viaggio con il covid 19 (1)

A fine giugno appena finto il lookdown ho compiuto un viaggio al mare, in Abruzzo. La prima vacanza dopo la chiusura, il primo soggiorno fuori dai confini regionali lombardi, un’opportunità per mettere a confronto i diversi approcci regionali per la prevenzione del contagio da covid 19.

In Lombardia, seppur con ritardo, il distanziamento sociale alla riapertura è stato subito organizzato in maniera esemplare, più per merito dei vari responsabili della sicurezza che non per le direttive regionali che non hanno modificato una virgola di quanto disposto dal Governo nei vari DPCM (almeno nella pilatesca Lombardia).

Regole tutto sommato semplici: accesso ai supermercati contingentato e guidato, misurazione della temperatura, igienizzazione delle mani, guanti e mascherina. In Emilia Romagna ho potuto constatare un comportamento simile, così anche nelle Marche. Leggermente più permissivi in Abruzzo, dove non ho trovato un posto dove misurassero la temperatura, nemmeno in hotel dove è stata sufficiente un’autocertificazione, mascherine solo nei luoghi chiusi o affollati, niente guanti. Dal 15 giugno anche le altre regioni citate hanno abolito i guanti.

La sorpresa è stata il Lazio di qualche giorno fa. A Roma si respira un’aria strana, la città è semivuota, i varchi alla Zona a Traffico Limitato non sono attivi e non lo saranno sino alla fine di agosto. Come se la città fosse chiusa per ferie. In Trastevere i locali sono desolatamente vuoti. La tanto simpatica ed economica trattoria Trattoria Carlo Menta dove di solito i clienti aspettavano il loro turno in strada, alle 14 aveva avuto solo 10 clienti compresi i 4 del mio gruppo familiare.

Parlando con la gente la domanda che sempre mi son sentito porre è stata “ma è stato così tremendo a Bergamo? E’ vero quel che hanno raccontato giornali e TV?”. Non ho mai avuto tanti interlocutori e tutti con la stessa domanda.

Ebbene si, a Bergamo e provincia è stato terribile, forse anche più di quanto è stato raccontato. La gente prendeva la strada dell’ospedale e se ne perdevano le tracce.

Ma a Bergamo e provincia metà della popolazione era assistita dall’altra metà di popolazione che lavorava per loro, anche in maniera volontaristica. Bergamo non versa acqua sotto forma di lacrime ma di sudore, e più si suda più si è contenti. Non potendo lavorare in tanti si sono scoperti volontari. I famosi ragazzi senz’arte ne parte si son scoperti fattorini tuttofare, accanto a padri, madri, zii e nonni. Si tutti si son dati da fare in una regola silente di buon vicinato. Se l’intensità della pandemia riscontrata a Bergamo fosse avvenuta a Roma, sono propenso a pensare che metà della popolazione avrebbe sbranato l’altra metà.

Se al nord un caffè ora costa 10 centesimi in più, a Roma l’ho pagato 2 €, non in via Veneto ma in un quartiere popolare come Trastevere, frequentato da pensionati. Un modo subdolo per salutare il turista con un addio e non un arrivederci. Se uno mi fa pagare il 10% in più un caffè è certo che settimanalmente da me incasserà il 18% in meno di prima della chiusura, domanda ed offerta devono incontrarsi su una base di reciproca soddisfazione, o addio fiducia. Se me lo fa pagare il doppio uso Facebook e TripAdvisor e WordPress per avvisare gli amici circa i locali da evitare.

(da appunti del 29/07/2020)

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