Scherzi di luci a bordo acqua

Un’immagine si forma una sola volta e per un breve attimo, i giochi che compone la luce sugli elementi che popolano il mondo sono unici, catturarli nel momento giusto è pura fortuna per l’occhio che riesce a coglierli. Quel mattino di luglio è stato un giorno proprio fortunato.DSC_0013-001 DSC_0017-001DSC_0015a

Bassa marea

Quando l’acqua si ritira mette allo scoperto la battigia mostrando un mondo diverso e capovolto se visto dal mare nello specchio di pozze e lingue d’acqua.

Alba musicale

L’alba musicale è un appuntamento settimanale che si svolge nei Lidi di Cervia ogni domenica dei mesi di luglio ed agosto. Avevo letto qualcosa prima di partire e non ho voluto perdere l’occasione di esserci, così domenica scorsa ho avuto modo di vedere il sole che conquistava il suo spazio nel cielo mentre lo accompagnavano nell’ascesa le note prodotte da un violino ed un’arpa suonate da due brave musiciste. Purtroppo le immagini sono solo tali, manca la musica offerta dalle due musiciste. 

Pineta di Pinarella di Cervia

Della costa italiana mi sono fatto un’idea che sconfina in una fantasticheria, ovvero che in passato fosse interamente coperta di pini o comunque da una macchia mediterranea fatta di pini, tamerici, fichi d’india, capperi, agave, lecci e il cielo sa quant’altro. Ma le pinete in prima di tutto, le ho trovate a Ventimiglia, a Massa, a Livorno, nel Lazio, in Campania, in Calabria. In Sicilia, in Puglia, Abruzzi, Marche ed in Romagna qui a Pinerella di Cervia. Come se una mano sapiente avesse costellato il bordo della penisola di aghifoglie, forse è per questo che noi italiani siamo così bravi nel taglia e cuci. Ma quest’anno nel piccolo tratto di pineta romagnola che frequento da anni, ho trovato un grave segnale. In poco meno di 2 ettari ho potuto notare l’assenza di almeno 40 pini. La nevicata dello scorso inverno ha inferto un colpo tremendo alla fragile pineta. La neve ha appesantito le chiome dei pini abbattendoli. Il sotttobosco è quasi scomparso, i 5 – 6 cm di aghi che componevano l’immenso tappeto si sono ridotti ad un nonnulla che lascia che l’erba cresca. In un’ordinanza comunale leggo che si sono formate zone acquitrinose che hanno indebolito la tenuta degli impianti radicali con conseguente ulteriore caduta di alberi. Non vorrei che quelle immortalate stamattina siano le ultime immagini di una pineta in via di estinzione.

NOVARA

Ultimamente mi sta capitando di girare per città escluse in passato dai miei itinerari. Una di queste è Novara, dove sono capitato quasi per caso ed ho finito con esplorarne il centro cittadino disattendendo l’impegno che mi aveva portato lì, ovvero fare delle foto durante una manifestazione sportiva che, visto il procrastinarsi del fischio d’inizio e il fastidio di una rete davanti all’obiettivo, ho deciso di disertare e raggiungere la splendida costruzione che avevo visto da lontano e che rammentavo stilizzata nel marchio di una casa editrice.

I vicoli dei centri storici delle nostre città sono quasi sempre stretti, in passato non ci si spostava con i SUV, il mezzo di trasporto più usato era il pestilenziale cavallo, una strada cttadina larga due/tre metri era più che sufficiente al passaggio di due cavalli che si incrociavano, le strade strette trattenevano l’impeto del vento e nascondevano all’occhio quel che non era a portata di mano. La Mole Antonelliana della Basilica di San Gaudenzio da lontano la si nota subito, un gigantesco chicco di riso che si staglia verso l’alto, avvicinandosi al centro cittadino sparisce,  le vie disegnate dai palazzi la nascondono sin quando non si è vicini e la sua maestosità è davvero imponente.

(cliccando sulla foto si accede all’album)DSC_0212

Europei per amore, europei per forza, ne ho visti d’ogni tipo, genti d’ogni sorta, di poveri straccioni ….

Sono cresciuto con in testa il tema di una ragazzina che negli anni sessanta pensava ad un’Europa senza barriere. Nelle sere d’estate un appuntamento fisso era Giochi senza frontiere e durante l’inverno c’era la coppa UEFA e quella dei Campioni. Questi gli amori che costruivano l’Europa impastata a sogni di libertà e del rispetto di un popolo che non c’era, che non c’è.

Son passati pochi decenni, gli eredi di elleniche romanità e transumanze umane condite di barbarie, convolano in un matrimonio comune che si trasforma in un’orgia di rivalse dove il potere economico è più forte dei sentimenti. Ma l’Europa è questa, un’Unione fatta di potentati economici di banche che si contendono le briciole dei poveri a cui al massimo possono allungare il debito nel tempo, come una catena legata al collo di ognuno, da tirare a proprio piacimento quando serve, poteri che si piegano al potere, servi che si piegano ai padroni. Padroni con carta di credito perché i sogni non vanno rinviati e il pagamento rinforza la catena con l’antiossidante beneplacito dei governicchi localnazionali che, con una spruzzatina di vernice dorata,  somministrano pillole purganti.

Link suggeriti:

https://mauropoggi.wordpress.com/2015/07/07/altri-tedeschi/

https://ili6.wordpress.com/2015/07/09/oxi-un-no-che-sogna-un-si/

http://gabriellagiudici.it/tsipras-la-legge-secondo-lumanita/

https://repubblicaindipendente.wordpress.com/2015/06/28/un-messaggio-di-dignita-al-mondo-la-scelta-di-alexis-tsipras/

https://liberodifareilfuturo.wordpress.com/2015/07/09/il-sogno-di-altiero-spinelli-gli-stati-uniti-deuropa/

https://unpodimondo.wordpress.com/2015/07/06/oxi-e-un-giorno-nuovo/

Democratiche maggioranze minoritarie.

Dal referendum greco è venuto fuori un fatto solo marginalmente notato dai commentatori politici, vale a dire che in Grecia la percentuale di coloro che si sono recati ad un seggio per esprimere il si o il no è cresciuta del 13% rispetto alle precedenti elezioni politiche. Certo il coinvolgimento emotivo in occasione di un referendum è alto, in Grecia è stato notevole e di importanza capitale,  non è detto che quel 13% si sia espresso tutto per il no, ma considerando che la disaffezione al voto è una forma di protesta nei confronti dei politici, è molto probabile che proprio chi ha adottato come forma critica del sistema l’astensione abbia espresso la sua contrarietà con un no. Malgrado abbia votato circa un milione in più di persone rispetto alle elezioni precedenti, la scelta per il no è stata netta. Alcuni giornali in Italia, in coincidenza con il voto greco, hanno effettuato dei sondaggi tra i loro lettori e le percentuali (non i numeri) sono state simili.

Certo un referendum non è come le elezioni. Nelle elezioni politiche ed amministrative la sfiducia dell’elettorato nei confronti dei propri rappresentanti è manifestata dall’alto livello dell’astensionismo,  questo vale per l’Italia e credo anche per la Grecia, se nel 2011 ci separavano solo tre mesi nella via verso il default, oggi si ha la netta sensazione che per quanto riguarda la corruzione noi siamo più avanti, abbiamo un fior fiore di delinquenti che arruffano milioni. Questo stato di cose stanca l’elettorato che, trincerandosi dietro un “son tutti uguali”,  rinuncia ad un diritto sacrosanto pur di non sentirsi colpevole di aver dato il voto ad un delinquente. Su quest’ultimo punto, ovvero la rinuncia al voto di chi confida onestamente nelle istituzioni, ci sono forze centripete che spingono al disgusto e alla rassegnazione.

Nel referendum non scegli il politico, semmai scegli le regole che deve rispettare il politico, se onesto e democratico, anche se qui da noi i referendum vengono sgambettati, malgrado siano abrogativi e non consultivi. Con quello per la gestione privata dell’acqua, se valesse ancora la scomunica, Papa Francesco oltre a ricordare che l’acqua è un bene essenziale di tutti, qualche anatema potrebbe lanciarlo. Visto il panorama l’astensionismo da noi cresce anche per i referendum, condizionato dalla mancanza di fiducia.

Ecco il punto, sfiducia nelle istituzioni e in chi le gestisce. Se quel 45% che stabilmente rinuncia al voto, alle prossime elezioni si presentasse ai seggi votando compatto per uno schieramento, magari al ballottaggio, altererebbe l’esito finale rispetto alle aspettative di chi ha voluto nell’Italicum un quorum del 40% di voti validi per governare. 

Gölem (Monte Guglielmo)

La lingua italiana non sempre è perfetta nella traduzione per la denominazione dei monti. Mi viene in mente il Monte Disgrazia che in origine era Disglascia ovvero di ghiaccio che si scioglie, ribattezzato con un nome nefasto. Nel caso del Monte Gugliemo il suo nome dialettale originale era Gölem con radice latina che deriva da culmen, ovvero colmo,  ad indicare una montagna di media altezza poco impervia e priva di vegetazione, la traduzione non rende per niente l’idea. non ci sono guglie e al massimo è assimilabile alla forma dell’elmo.

Un’escursione sulle pendici del Gugliemo non presenta difficoltà, nella stagione invernale è meta sciistica ed in quella estiva il traffico autoveicolare è regolato da un ristorante sulle sue pendici che rilascia i permessi a cani e gatti, per la gioia di escursionisti e mountain bike che nel primo tratto di salita possono respirare un poco d’aria cittadina che spezza la monotonia dei profumi del bosco.

La carrareccia ha però anche l’aspetto positivo di mantenere in vita le malghe con centinaia di capi d’allevamento, i pastori grazie alla carrareccia non sono costretti all’isolamento e mantengono in vita l’attività. Ad esempio nel mio precedente post su Schilpario, a parità di altidudine, nelle foto si vedono delle baite ormai abbandonate, purtroppo quando si è giovani è più forte la voglia d’inseguire la vita che non quella di viverla, quando lo si capisce è tardi e si è vecchi. Un’altra ragione dell’abbandono di molte montagne è che molto spesso i terreni montani non sono di proprietà di un pastore, questi deve affittare il pascolo e a parità di costi sceglie il meno gravoso. 

Tornando alle foto un’altra cosa di una certa importanza sono le quattro facciate della cappella, interamente eseguite con la tecnica del mosaico. Distratto dal simpatico puledro non ho penato di fotografare ed ingrandire almeno un particolare.DSC_0029(cliccare sula foto per accedere all’album)

Cookie Law Banner: Non fatevi terrorizzare!

Rebloggo volentieri questo post, avevo fatto tra me e me le stesse considerazioni dell’autore, prima di sera, anzi prima di domani aggiornerò il tutto con quanto suggerito.

Geometria delle Emozioni

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