Ieri ho telefonato al call center dell’INPS per sapere come mai dopo 3 mesi dalla mia domanda di pensione, ancora non mi sia giunta alcuna risposta. Con l’inizio dell’anno nuovo ho visitato il sito dell’Istituto quasi tutti i giorni e ieri, che doveva essere il giorno del primo accredito in C.C., ho contattato il numero verde nazionale per i servizi al Cittadino. Dopo le opportune verifiche (data di nascita, residenza e codice fiscale) l’operatore mi chiarisce che il sottoscritto non può subire la metamorfosi sociale da naspato a pensionato con un colpo di bacchetta magica. Prima della pensione debbo esaurire il periodo di NASPI.
Visto che oltre che naspato sono anche uno sfigmomanometro vivente ho sentito il cuore pulsare alle tempie e con un fil di voce fantozziano ho chiesto (senza offesa) dove stava scritta una cosa del genere. Chiarito che all’indennità NASPI non si ha diritto se si percepisce una pensione, mi suggerisce di inviare per via telematica il modello NASPICOM.
Ma io non percepisco ancora una pensione, quello che voglio sapere è se la mia domanda avrà un esito positivo. Indubbiamente parto dall’erroneo presupposto che chi analizza una domanda di pensione e propone l’autorizzazione al suo pagamento verifichi che non vi siano in corso erogazioni di altre indennità che dovrebbero cessare automaticamente.
Ovvio non siamo più nell’era delle scartoffie, ora siamo tutti bip&byte, basta avere il programmino giusto con una stringa if=NASPI=0 e si accende una lucetta rossa per procedere. Ovvio che al programmatore dell’INPS non l’abbiano detto, quindi deve essere il naspato a segnalare la cosa, e mi accingo a farlo.
Nel compilare il modulo giungo alla riga che mi riguarda: “dichiaro che durante il periodo indennizzabile ho presentato domanda di pensione il 02/11/2017 (giorno dei morti ndr)” e qui mi si accende il led in fronte: l’indennità NASPI viene erogata dopo la fruizione, viceversa la pensione viene erogata all’inizio del periodo di diritto, pertanto mi automedico rinviando il momento della mia comunicazione a prima che possa essere indennizzato il mese corrente, maturando così degli arretrati con i relativi interessi di Legge.
Sconsolato capisco anche che il controllo incrociato da parte dell’INPS tra chi percepisce un’indennità che non può sommarsi alla pensione, avvenga già e non manca la stringa condizionante nel programma.
Resta il dubbio sul perché debba essere io a dovere comunicare all’INPS qualcosa che l’Istituto sa già, e da cosa derivi la scelta di non bloccare l’indennità al posto della pensione.