Uno sport che avrei voluto praticare (se solo ne avessi avuto il fisico):
(cliccando sulle immagini si accede alla slide)
Chiudersi in dietro un muro è davvero la migliore delle soluzioni?
Cliccare sulla foto, oppure qui: Nostra signora delle macerie, Banksy (thans!), Gaza
Un muro.
Mi sto costruendo un muro anche io.
Ormai, senza un muro, non si può più neanche vivere.
Ma avete visto, tutto intorno?
Dove?
Ma come?
Dove.
Dappertutto?
E cosa?
Come, cosa?
Un muro.
Un muro, dobbiamo costruirci tutti dei muri.
Ognuno.
Per viverci in mezzo, dietro.
Al riparo.
Difesi.
Protetti.
Io me lo sto già costruendo.
Ma cosa?
E dove?
Per cosa?
Un muro.
Da qui.
A lì.
Un muro.
Un muro.
Di mattoni e di malta.
Un muro.
Alto, massiccio.
Con le punte di vetro spezzato, su in cima.
E il filo spinato.
Tutt’attorno.
Per stare al sicuro.
E per cosa?
Un muro.
Molto alto.
Robusto.
Per la difesa.
Senza fessure.
Senza aperture.
Senza porte e finestre.
Una cella, quindi.
Una clausura.
Anzi, di più.
Senz’aria.
Una gabbia.
Un sarcofago.
Una bara in muratura.
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La faccenda Tempa Rossa la trovo intrigante, ma in effetti e a tutti gli effetti non è che mi interessi molto, si tratta di un’indagine della magistratura che non avrà nessuna ricaduta sulla pompa di benzina. Potrebbe invece averne sulla tenuta del governo del paese che, per una telefonata inopportuna tra un ex ministro e il suo ex compagno, dovrebbe riportare l’Italia all’ingovernabilità grazie all’atipica alleanza forzaitalia/cinquestelle/lega. A me sembra più una tigre di carta da cavalcare che non una presa di posizione a tutela dell’ambiente e dell’uomo che ci vive. Forse contano di più quei 167 (o 172?) milioni di €uro di royalti legati al passagio del futuro gasoleodotto, che vede in silenziosa lotta la Puglia e la Basilicata. Se fossimo ancora con i castelli ed i confini di 200 anni fa ne vedremmo delle belle, ma entro 6 mesi verrà tutto chiarito, i colpevoli condannati e i truffati risarciti. Se fossimo in un altro paese dove alla rapidità del processo e alla condanna dei colpevoli seguisse la certezza della pena.
Poi c’è il referendum sulle trivelle. Giusto il referendum in se, chi non ha a cuore quella cosa meravigliosa che è il nostro mare e le sue coste? Ma cosa accadrebbe qualora il 51% degli aventi diritto al voto si prersentasse al seggio e il 50% + 1 dei votanti si pronunciasse per il NO? Semplicemente le trivelle attive continuerebbero a trivellare, niente nuove licenze, ma per quest’ultima cosa non occorreva il referendum bastava già la normativa in vigore ed un poco di buonsenso. Il referendum riguarda solo i pozzi attivi che continueranno ad essere attivi per tutta la durata dei permessi in vigore, poi alla scadenza della licenza stop estrazione: che cosa si farà allora? metteremo dei tappi in fondo al mare? O diremo ai pesci di spostarsi perchè nel giacimento c’è ancora gas o petrolio? Non importa, son fatti loro (dei pesci) noi andremo avanti grazie all’energia solare ed eolica, ovvero visto che produciamo meno solare della Germania e meno eolico della Francia, continueremo così come abbiamo fatto sino ad ora, ovvero acquistando energia prodotta dalle centrali nucleari di Francia e Croazia, ad un passo dal confine e su cui non abbiamo alcun controllo.
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Quando finalmente i vigili del fuoco ebbero sfondato la porta, l’odore, che fino a quel momento era filtrato attraverso gli spiragli, si diffuse per tutto il pianerottolo. La signora Lotti, che abitava nell’appartamento di fianco, fece un passo indietro; i volontari della Misericordia entrarono con la barella; Lorella strinse il braccio di suor Maria Consolazione.
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