Categoria: vivere la natura
LE GROTTE MARINE DI VIESTE
Dal post precedente sono trascorsi circa due mesi. I primi due mesi con la sicurezza del vaccino anticovid trascorsi in vacanza. Mi sembra opportuno allora ricominciare da dove ho lasciato il blog.
In precedenza ho mostrato alcune foto scattate tra Vieste e Peschici, sulle ali del vento dei surfisti. Poco più a sud, tra Vieste e Mattinata lo spettacolo lo regala Madreterra con le sue scogliere di tufo in cui il mare ha scavato grotte e falesie. Queste alcune delle immagini catturate. Cliccando sulla galleria le immagini, al solito, si vedono a schermo pieno.
Chi è più curioso ed ha voglia di visionare l’intero album composto da 150 foto, non ha che da cliccare su questo link https://photos.app.goo.gl/rg7sF9CuwQcdSHo18
E …
Non so come e perchè word press abbia salvato questa bozza che non contiene nulla. Ma quella E la trovo stimolante.
E è congiunzione, ma anche introduzione, e visti i tre puntini che la seguono mi viene naturale aggiungere e … di colpo è estate.
Un’estate quasi senza preavviso, con una primavera breve e con tramonti incredibili qui in pianura, come questo della sera del 23 maggio
E … poi si torna in montagna. Finalmente il luna park bianco ha chiuso i battenti e ad accarezzare le rughe della Terra tornano i camminatori abituali, cui non importa se c’è sole o piove.
Quasi estate
Il canto del cuculo che stamattina mi ha tenuto compagnia per quasi un’ora, mi lasciato addosso una gran voglia di uscire ed esplorare intorno a casa.
Il lockdown ancora non è del tutto finito ma sembra un ricordo, la gente affolla luoghi di ritrovo e centri commerciali, il ricordo del canto mattutino degli uccelli mi fa decidere di andare a prendere anch’io qualcosa. Mi armo di stativo, macchina fotografica e bicicletta e vado a caccia. Queste che condivido, sono la mie catture:
(Cliccare sulla galleria di immagini per vederle a tutto schermo)
La montagna che mi piace
A volte danzano.
Chi ha detto che stanno fermi? A volte danzano.
Inutilità?
“Inutile: questo aggettivo ha per me valore. Nella vita economica in cui tutto si pesa sulla partita doppia dare/avere, sul tornaconto e sull’utile, ecco, andare in montagna, salirla, scalarla, è sforzo benedetto dall’inutile. Non serve e non vuole servire.” (da Impossibile di Erri De Luca).
Ripartire
Tornare in montagna oggi è stata la scelta giusta, perché camminare sotto l’intenso azzurro del cielo esalta. L’itinerario è facile per lunghezza e dislivello. Il Monte Linzone è la prima montagna di rilievo che si incontra arrivando dalla Bassa Bergamasca (tutto maiuscolo, la martoriata gente di questa terra lo merita). Dalla pianura si distingue per le antenne radio e le parabole. In ogni caso sono 1392 metri di terra e roccia. Un posto dove si va senza fare molta strada per essere raggiunto, che soddisfa la vista per il panorama che può spaziare dalla pianura sino agli Appennini da una parte, mentre dall’altra si ammira tutta la cortina delle Alpi con lo spartiacque delle Prealpi. Lo sguardo spazia a 360° e stimola il sogno delle prossime mete.
Lasciata la macchina nel parcheggio del cimitero di Roncola ci si incammina tra arbusti di noccioli a cui seguono lecci, faggi e betulle. Era tanto tempo che non venivo quassù, alcune baite, già diroccate, negli ultimi anni han finito di crollare, un leccio è cresciuto in una delle stanze. Ma altre baite sono state ricondotte a nuova vita. Un giovane allevatore gestisce una trentina di capre e delle mucche, un altro accudisce un cospicuo gregge di pecore, coadiuvato da due cani da guardiania che conoscono bene il loro mestiere. Ascolto in lontananza gli ordini impartiti e la loro perfetta esecuzione.
Il mercoledì è diventato il giorno delle escursioni in montagna dei pensionati, ma oggi in giro c’è molta gente variegata, questi sentieri sono scelti perché idonei per riprendere forma. Quasi tre mesi di inattività sono pesanti da smaltire. “Andrà tutto bene” ci si augurava in piena pandemia, non si pensava agli abiti ma alla salute. Comunque tutto bene, due o tre chili si smaltiscono in fretta. La mia zavorra è di 5 chili, so già che se vorrò andare oltre i 2000 dovrò alleggerirmi. Intanto la colazione al bar è quasi necessaria, non solo per accumulare energia ma anche per dare un po’ di linfa per la ripartenza delle attività. Intanto le gambe, dopo i primi passi legnosi, si risvegliano, il fiato è a posto, la mascherina o il fazzolettone (nel mio caso) si tira su solo se si sta per incrociare gente, d’altronde se uno stesse male andrebbe in un centro commerciale e non a fare escursioni in montagna.
Il segnavia alla partenza indicava un’ora e mezza, averne impiegate 2 non è un dramma, chi si accontenta gode, tutto serve per cancellare i mesi di stop.
(NB: Cliccare sulle immagini per ingrandire)
Fiori tra i sassi.
Salici ridenti
Durante la programmazione delle escursioni del 2019 pensavo che il periplo del Lago di Endine a fine febbraio, potesse essere effettuato con i ramponcini ai piedi. In effetti sino a due settimane fa era ghiacciato. Un paio di giorni di caldo e tutto si ribalta. La linfa torna a scorrere tra i rami dei salici che si venano di giallo, le betulle mettono in mostra le loro infiorescenze, e qui e la si colorano i virgulti.