L’eccellenza sanitaria lombarda … aria fritta.

Riuscire ad ottenere nel giro di pochi giorni un appuntamento per una visita cardiologica è diventata un’eccezione. Così quando in aprile ho cercato di fissare un appuntamento per la visita e mi si sono aperte le disponibilità per i primi di giorni di giugno, sono rimasto sorpreso.

Ma no, dall’11 al 25 sarei stato in vacanza, così ho scelto la prima data disponibile post vacanziera, il 29 giugno. La cosa mi urta un pochino, il 29 è un mercoledì, il giorno che dedico alle escursioni in montagna. Controllo le altre date disponibili e tutte sono di mercoledì, a meno che non scelga di fare la visita cardiologica presso un centro di medicina sportiva.

Pazienza mi dico, è una fortuna riuscire ad avere un appuntamento rapidamente, quindi rinuncio alla camminata prevista e la sveglia stamani ha bippato alle 6 in punto, non mi va di tardare all’appuntamento con il cardiologo fissato per le 9.

Nel radermi sono stato delicatamente attento a non procurarmi tagli, e alle 7 ero pronto ad uscire di casa, vestito come prescritto con indumenti comodi e facili da togliere, ai piedi scarpe da ginnastica. Oltre alla visita dovrò effettuare due elettrocardiogrammi, di cui uno sotto sforzo, l’abbigliamento è poco elegante ma pratico.

Alle 8 parcheggio l’auto vicino a via San Bernardino a Bergamo. L’aria è fresca, pago il parchimetro per 3 ore, il massimo consentito, compro un giornale e il caffè in un bar.

Tra le raccomandazioni della prenotazione c’era quella di presentarsi in accettazione 40′ prima della visita/esame, mi complimento con me stesso per il rispetto degli orari.

Quando il display annuncia il mio numero mi reco allo sportello assegnato tutto pimpante, consegno la richiesta del medico e la preziosa CRS. Pochi secondi e la mia baldanza viene stemperata dalle parole dell’operatrice che, controllando bene l’etichetta adesiva emessa da una macchinetta, mi informa che il mio appuntamento è per il 29 giugno 2023, mi consolo, tra 365 giorni non sarà ancora mercoledì.

IL REGNO DELLE TRE SICILIE

Ospedale Sant Pau (Barcellona)

No, il titolo non è un refuso. E’ la conclusione a cui giungo nei miei ragionamenti dopo un commento di Pif (Rebecca) ad post di Lucia Baciocchi. Nel suo commento, a proposito delle file di anziani al Pronto Soccorso, Pif scriveva “… a volte faccio anche io queste osservazioni, e mi domando come saremo noi … quando abbiamo una certa età. Poi sai cosa mi fa stare molto male? La sanità italiana e cosi diorganizata… io come austriaca non mi abituo mai a questa burograzia.. da noi esami di sangue ecc fa tutto il medico di casa, solo se serve una visita particolare (radigrafia ecc) ti manda da un collega che ha le attrezzature … da noi al ospedale si vai solo se devi essere ricoverato… vedo al prontosocorso sempre anziani seduti o in piedi per ore… poveretti mi fanno veramente una grande pena.. le mamme con bambini piccoli.. perche non lo può curarli il pediatro? Non capisco perchè tutti devano andare al ospedale… a cosa servano i medici di casa?”

Mi ha stimolato talmente tanto il suo commento che approfittando dell’ospitalità di Lucia non ho potuto fare a meno di replicare “Pif al Pronto soccorso si va (anzi si andava) per risparmiare sul ticket e all’ospedale perché i medici di base non si fidano di quello che fanno in quanto abbiamo strumenti diagnostici tra i migliori al mondo (alcuni inutilizzati per mancanza di personale idoneo). Quasi quasi ci faccio un post”.
Ed eccolo qui il momento del post, dopo averci ruminato su.
Certo è difficile spiegare la nostra sanità ad uno straniero comunitario. E’ indubbio che abbiamo uno dei migliori Servizi Sanitari del pianeta, ma non è dei più efficienti. Basta digitare sul motore di ricerca “un generale all’ASL” o “ex generale all’ASL” per venire sommersi di inefficienze e sperperi vari. Ma questa è cronaca, non mi appartiene. Io voglio cercare di far capire a uno straniero Comunitario come funziona la macchina Sanitaria per i comuni mortali.
Non so se riuscirò nel mio intento, parto in ogni caso dalla mia replica a caldo e del perchè.
Qualche anni fa avevo bisogno di una visita oculistica per una congiuntivite. Malattia tremenda se usi la penna e, ogni tanto, la passi agli altri (la penna con allegata congiuntivite). Vado dal medico e mi prescrive l’esame dallo specialista (sarebbero bastati degli impacchi con infuso di malva). Tempo d’attesa un mese, mi rispondono al CUP (Centralino Unico di Prenotazione). Spiego che rischio d’infettare centinaia di persone e mi suggeriscono di recarmi al PS (Pronto Soccorso) alle 14,00 del martedì successivo, visto che quel giorno è di turno un oculista in ambulatorio. Il PS mi avrebbe dirottato da lui.

Niente male come soluzione, così risparmio anche sul ticket. Logico che al PS devo andarci con un certo anticipo, ognuno all’accettazione del PS ha un codice, bollino verde per i casi che possono aspettare, bollino giallo per quelli con qualche rischio, bollino rosso per i gravi. Naturalmente (e umanamente) la precedenza è ai rossi. Un traumatizzato o un infartuato è bene che passino per primi. Ma i verdi e i gialli che cavolo ci vanno a fare in Pronto Soccorso?
Una delle ragioni principali è per superare le liste di attesa (come nel mio caso). Ma perché i medici prescrivono tante visite specialistiche e non si fidano della loro conoscenza professionale? Io mi rispondo che è per il fatto che abbiamo tante di quegli strumenti di diagnosi (Radiografie più o meno computerizzate, esami radio diagnostici, TAC, RMN e chi cavolo sa cos’altro) che i medici di base, pur di non rischiare di trovarsi sul tavolo degli imputati per una diagnosi sottovalutata, inviano dallo specialista. In qualche caso gli strumenti diagnostici giacciono in degli scantinati, inutilizzati, in attesa che qualcuno impari come usarli o trovi il tempo per imparare (nel frattempo diventano obsoleti).
D’altronde per la propria auto si passa dall’elettrauto per i circuiti elettrici, dal carburatorista per il carburatore, dal gommista per le gomme, dal carrozziere per le ammaccature, dal glassometrista per i vetri… vuoi che per un apparato complicato come il corpo umano non si passi dallo specialista del campo? Ed è logico non portare una Chevrolet, in un officina non Chevrolet, ognuno ha i suoi software.
Così uno si prende cura della prostata, uno delle ovaie, uno del cuore, uno degli arti, uno della testa, uno degli intestini, uno del cervello … e visto che siamo anime, uno anche della psiche.
Ecco cara Pif il perché del sovraffollamento al PS. Si delega ad altri la diagnosi per eccesso di precisione. Aggiungi a questo il fatto che certa sanità regionale si è fatta la nomea di inefficiente, tipo quella siciliana (che mi ha restituito alla vita nel 1971) che ora, a furia di dire “non funziona” può vantare 1500 cliniche private in “attesa di accreditamento” convenzionate con il SSN (Servizio Sanitario Nazionale). Intanto spedisce i propri cittadini in Pellegrinaggio Terapeutico Nazionale. Poi ci sono alcuni ospedali, come quello ortopedico di Sondalo, che legano la loro attività alla stagione turistica (l’aria è ottima), o i mini ospedali, dove dopo la visita al PS ti spediscono a quello in grado di curarti (Vaprio d’Adda). Ma ti immagini aggiungere ai 389.000 esodati anche il personale in eccesso negli Ospedali Condominiali? Sembra di essere a una Stramilano che si gonfia ad ogni curva, alla partenza 65.000, all’arrivo 1.000.000 (esclusi vecchi e bambini).
Insomma la Lombardia vantava il miglior Servizio Sanitario Regionale. A furia di dare addosso alla Sicilia ultimamente se ne è diffuso l’aspetto peggiore, quello più redditizio per i privati, il Regno delle 3 Sicilie, quello della disinformazione, del chiacchiericcio e dello spreco.


PS: il Servizio Sanitario pubblico, con me ha sempre funzionato, sono ancora in vita :).

 

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