La Repubblica Italiana è fondata sul lavoro?

in sicilia i fiori fioriscono prima che altrove
in Sicilia le mimose fioriscono prima che altrove

A me non piacciono le Istituzioni, hanno un non so che di stantio, a me sono inaccessibili per censo, e ormai, anche per età. Banca d’Italia, ministeri, prefetture, tribunali e ogni altra forma statuaria dello Stato erano e restano inaccessibili, non solo a me, alla maggioranza dei cittadini comuni. Provate a chiedere al fruttivendolo, al droghiere, all’idraulico, al cuoco o al falegname se gli sarebbe piaciuto lavorare in un palazzo del potere o se uno dei suoi figli ha la possibilità di accedervi. Non fatelo, una risata di scherno vi seppellirebbe. Ormai si è radicata la convinzione che Icaro non è un uccello ma solo un pirla, il cielo appartiene ai potenti e l’unico modo per spiccare il volo è quello di occupare una poltrona su scia elettiva. Non importa dove, l’importante è avere una poltrona, anche una poltroncina va bene, basta che dia accesso ai tasti del pannello di controllo.

La corsa per il gioco delle dodici sedie è iniziata a inizio anno, il 75% delle coalizioni candidate e il 90% dei loro leader non si occupano di scuole, ospedali, lavoro, trasporti, pensioni e servizi vari. Ognuno mostra agli elettori una parete liscia e senza appigli da scalare. Una volta si chiama Europa, un’altra si chiama debito pubblico e un’altra ancora prodotto interno lordo: tutte cose su cui non possiamo influire e di cui non godiamo benefici, utili a spalmare i sacrifici. In nome di chi, per cosa? Non lo sappiamo, o perlomeno ognuno di noi ci fantastica su e si da risposte.
All’atto pratico cosa è che serve davvero alla gente comune? Scuole funzionanti, ospedali fruibili, lavoro accettabile, garanzie per gli anni in cui mancano le forze, trasporti efficienti e una rete di servizi che funzioni. Sembra che ormai le poltrone di Montecitorio e Palazzo Madama siamo collocate troppo in alto per potersi interessare di cose comuni, sembra navighino alte in cielo e io spero che una pioggia di meteoriti le possa colpire come fossero birilli.

Il mio voto, tra una settimana, non voglio che diventi un aeroplanino di carta, voglio che sia un sasso pesante che faccia piegare l’asta della bilancia dalla parte dove stanno i deboli, gli indifesi, gli esclusi. Quelli come Giuseppe Bulgarella che offeso nella sua dignità di lavoratore ha preferito togliersi la vita, piuttosto che elemosinare un diritto.

La Sicilia, due settimane fa, mi ha accolto col sole dei suoi 22°, tanti, fino a farmi spogliare e dimenticare per un attimo l’inverno, una settimana dopo l’ho lasciata al freddo, con una morte di troppo, uno schiaffo, una sferzata al potere che si arrocca e difende togliendo la vita. 

Autore: Paolo Popof

Se fai un giro nel mio blog puoi apprendere qualcosa in più di quel che so io di me.

44 pensieri riguardo “La Repubblica Italiana è fondata sul lavoro?”

  1. All’art4: “La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto”….. triste sentirsi dire che il lavoro non è un diritto e sentir proferire queste parole proprio da chi ha prestato giuramento sulla Costituzione, eh? Perchè la politica non si fa più per passione come ai tempi dei nostri nonni, perchè è marcia al vertice, perchè i privilegi sono troppi e se cerchi di arrivare al punto in cui puoi cambiare qualcosa è il sistema a cambiare te… oppure casualmente accade un incidente che ti toglie di mezzo, oppure sei indotto gentilmente a levarti di mezzo … comunque sia sono cresciuta con un ideale, lo stesso in nome del quale mio nonno ha lottato sino alla morte, lo stesso in cui i miei genitori hanno sempre creduto, ma ora non lo trovo più… sono rimasta solo io? Vedo ogni giorno distruggere diritti sindacali, per ottenere i quali i lavoratori lottarono con scioperi e lotte di classe, vedo annientare ogni garanzia, ma che il lavoro che possa rendere dignitosa la vita di un cittadino e della propria famiglia, aiutato dallo scopo sociale dello Stato di eliminare ogni barriera sociale ed economica, ora fosse un mero optional… beh, questa proprio non mi va giù! Sono choosy? No, sono a favore del sociale e fiera di discendere da una famiglia proletaria.

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    1. Tra non molto un ragazzo che conosco partirà per andare a lavorare su uns piattaforma petrolifera in Danimarca, un’altro che mi è parente è in Afaganistan con una divisa, tanti altri aspettano un’occasione per spiccare il volo. Chosy, non credo sia la traduzione corretta di chi cerca lavoro. Stiamo bruciando una generazione per gli sprechi di un ventennio e che qualcuno sogna di perpetuare.

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      1. Perfettamente d’accordo… ho un figliolo alla scuola media e sinceramente mi sto preoccupando non poco… Per professione difendo i lavoratori, lo faccio con passione e caparbietà, ma con una gran tristezza nel cuore…

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  2. Qui la situazione – lavoro è drammatica, e te ne sarai ben accorto. Non voglio fare analisi storiche perchè sarei feroce e non voglio nemmeno esprimere pareri su ciò che è stato nel recente passato perchè sarei altrettanto feroce, in primis con la classe politica meridionale e subito dopo con quella settentrionale.
    Andiamo al voto…in questo momento mi sento una star, corteggiatissima da tutti i politici, tutti tutti, di ogni provenienza, di ogni latitudine, di ogni bandiera, di ogni dove. In fondo vivere e dover votare in una delle due più grandi regioni d’Italia, ha questo vantaggio. Solo questo, però, perchè dopo tornerò ad essere “la palla al piede d’Italia”. Ma questa palla è gonfia e questo i politici poco lo considerano… Ci saranno sorprese elettorali? Forse. E me lo auguro.

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    1. Nelle sorprese elettorali io ci spero, non importa a questo punto che ci sia una maggioranza solida, l’importante è non riconsegnare il paese ai bunga bunga. In un contratto con un’azienda tedesca si legge “se al momento del saldo l’Italia non facesse più parte dell’area euro, lo stesso verrà ricalcolato in base al cambio vigente al momento del saldo”, e capisci cosa significa.

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  3. “Il mio voto, tra una settimana, non voglio che diventi un aeroplanino di carta, voglio che sia un sasso pesante che faccia piegare l’asta della bilancia dalla parte dove stanno i deboli, gli indifesi, gli esclusi.”
    E’ esattamente quello che vorrei anche io (questa volta anche più delle precedenti!), anche se negli ultimi anni ho sempre la sensazione che riuscirci sia utopia.
    E poi concordo in toto anche con quello che ha scritto più sopra Cucinaincontroluce, non ho altro da aggiungere alle vostre giustissime parole.

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    1. Voto da circa 38 anni, ogni volta una speranza che un passo avanti la nostra societò lo compisse. Ho una mia cronologia, quelle delle leggi che han cambiato il modo di sentirsi parte di questa società italica: legge 300 datata 1970, conosciuta come statuto dei lavoratori, legge 1204 datata 1972 per il diritto delle lavoratrici madri, legge 603 per la parità dei diritti tra uomo e donna. Come mai quelle leggi videro la luce in quegli anni? Come mai l’attacco e lo smantellamento si concretizza dal 1996 in avanti?

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  4. Buongiorno Paolo, condivido il Tuo pensiero e le belle parole di chi già ha commentato.
    Ma ho il presentimento che è solo un corso e ricorso…
    Siamo Noi a dover cambiare politica e politicanti
    Andiamo a votare chi?, cosa?…Sempre le stesse facce, le parole ei mezzucci che ci hanno portato
    in questo abisso.

    Ti auguro una settimana di serenità
    Sentimental

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    1. Il voto è blindato, non scegli più uomini ma partiti, però se il dissenso con la gestione del potere si concretizza qualcosa può mutare, magari il falso in bilancio può tornare ad essere un reato.

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  5. bé io ho deciso per chi votare, certo è una scelta sofferta e certo non è stato facile in questo mare di spazzatura… continuo a pensare che ci vorrebbe davvero una rivoluzione ma come sempre se non parte dagli uomini con le parole poco si fa, ci vogliono le azioni e allora che azione sia… qualcuno verrà spazzato via… non vedo l’ora di andare a votare!

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    1. avevo anche deciso di turarmi il naso e votare un solo partito, specie in considerazione del peso che ha il voto al senato nella nostra regione (14 seggi di premio a chi ha la maggioranza relativa), ma sto considerando anche il voto disgiunto. Ancora qualche giorno di pazienza e poi li si spazza via!

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  6. Io penso , che ci sarà una grande svolta e la politica , quella che ha creato false promesse ,questa volta dovrà mettere la coda tra le gambe e far spazio a quelli che hanno sete di cambiamento.Ci sarà molta confusione ,come quando viene un terremoto, ma servirà per ricostruire un paese che oramai cadeva a pezzi.Quel quadro di Pelizza dove io ho il mio bisnonno quello con la giacca sulle spalle dietro la donna, che si chiamava Giuseppe Albasini resterà un simbolo per una nuova lotta contro un potere che difficilmente vorrà lasciare le sue postazioni Ciao

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    1. Stai pur certa che da questo momento in poi, a chiunque guarderà quel quadro in nia presenza, dirò che conoscvo la nipote di Giuseppe, e il primo a cui lo dirò sarà il sindaco del mio paese che ne ha una riproduzione in ufficio, è un orgoglio trasmissibile 🙂

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  7. I sondaggi dicono che la sicilia sarà una delle regioni dove il PdL vincerà ,spero solo che si sbaglino perchè mi vergognerei a morte se dovesse succedere ancora!So già per chi voterò ,non sarà di sicuro per il PD dove non mi riconosco più.
    Proverò l’ultima carta che mi resta ,il Movimento 5 Stelle ,se anche loro si dovessero rivelare come tutti gli altri partiti che hanno distrutto l’Italia mi sono ripromessa di bruciare la tessera elettorale .
    Ciao Paolo ,buona serata.
    liù

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    1. Crocetta da quel che leggo sui giornali e sento alla radio, sta mettendo un po di subbuglio in giro, spero che la Sicilia tutta metta una parola fine con un passato/presente fatto di scambi di voti e tira a campare.

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  8. Finalmente altri pochi giorni e le votazioni daranno il loro verdetto, e spero tanto che ci sia una svolta epocale, le poltrone dei politici tremeranno sotto al loro sedere e verranno spazzati via! Speriamo 🙂
    Ciao Paolo

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    1. lospostamento di voti non sarà considerevole, al massimo un 10% di facce nuove tra tutti i partiti, e un 10% di non eletti, tutto sta anche al segnale che arriverà dalle urne, se ci sarò la possibilità di una maggioranza o di un accordo di non belligeranza per non indire nuove elezioni.

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  9. E’ molto difficile questa volta, tutto fa in modo di annullare gli ideali, le convinzioni, ma una cosa è importante: andare a votare,continuare a far sentire la nostra voce, per quello che si può.
    Ci deve essere un cambiamento, mai più false chimere, mai più promesse irrealizzabili, mai più vergognarsi di essere italiani, io che sbandiero la mia italianità con orgoglio quando sono all’estero.
    Non so Emilio, quanto possa valere l’azione del 5 stelle, mi pare di assistere alla ripetizione di quando è nata la Lega, molte parole, molto entusiasmo, ma poi la governabilità è una cosa molto seria, i problemi e il baratro, nonostante siano “smentiti” dall’imbonitore, sono dietro l’angolo.
    Io voglio essere coerente e dare ancora il mio voto, un po’ sofferto questa volta, ma sono molto fiduciosa, nonostante tutto.
    Perchè amo l’Italia e tocca a tutti noi, nel nostro piccolo, essere presenti.
    Grazie Popof di passare da me, lo apprezzo molto.
    Abbraccio.

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    1. Sento una febbre in giro, al bar, al lavoro o in tram, la gente parla della scelta politica che andrà a fare, sento che ognuno è come se avesse insaponato per bene la spugna con cui cancellare il recente passato.
      Grazie a te 😉

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  10. Mio figlio quest’anno voterà per la prima volta; molti suoi compagni in ateneo gli hanno detto che non si recheranno alle urne…lui ha detto che lo farà perchè “si deve far qualcosa per cambiare”…
    mi auguro che ci sia davvero una svolta, per tutti..e spero che lui mantenga la speranza e la forza di credere

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    1. Ecco cosa vuol dire non tuffarsi per la paura di bagnarsi, poi alla fine si scopre che non si è riusciti ad imparare a nuotare. Ho dovuto aspettare i 21 anni per il mio primo voto, ma già a 17 avevo fatto la scelta del da che parte stare, e non certo stare a guardare, tuo figlio ha fibra 🙂

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  11. dobbiamo votare, anche per rendere giustizia a giuseppe – non ne ha parlato nessuno, in campagna elettorale, manco a dirlo! ( ot ti ho ” beccato ” su fb. sei nato a pugnochiuso?????? 😀 )

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      1. più che altro arrivano proposte di giochi affibiati a tizio o caio, preferisco ancora il blog, in cui uno quantomeno dice qualcosa, fb non è chat, non è blog e serve solo per la pubblicità. Non so più quante amicizie ho li, solo con tre o quattro scambio qualcosa, per il resto ci butto dentro i link delle cose che mi piacciono

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  12. La Casta, visto il fallimento che ha prodotto a tutti i livelli, avrebbe dovuto dimettersi. Ma chiamandosi così non lo può fare.

    Ora bisognerebbe andare alla urne e dimenticarsi della Casta. Senza faris scrupoli.

    Votare sì ma non quei vergognosi personaggi.

    Buttiamoli via!

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    1. Lo dicevo prima in un commento ad un post. Non è questione solo di personaggi, ma di maggioranze. Anche se dovessero cambiare il 20% delle facce, se i numeri restano quelli attuali non cambia nulla, sprechiamo solo tempo.

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    1. Lo sento molto come diritto, anche se le nostre democrazie non sono dirette ma rappresentative e purtroppo i delegati non sempre sono all’altezza del compito affidatogli, in più votiamo delle liste chiuse.

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