SPARTACUS, O DELLA FINE DI UN SOGNO

File:Spartacus1.jpg

Che tristezza vedere i sogni infrangersi sugli scogli della realtà. Ho creduto che nella Libia odierna il sogno di liberazione di Spartacus potesse essere realizzato. Vedere per diversi giorni che Gheddafi arretrava,  mentre  il popolo libico conquistava non solo piazze e intere citta, ma zone apparentemente strategiche, ha illuso me e chi sogna il mondo libero da tutti i tiranni, che il trace coronasse finalmente il sogno.

Eppure i segnali che sarebbe finita come finirà, c’erano. Di sicuro il potere libico ha saputo leggerli, come ad esempio la distruzione di alcune dimore del colonnello,   o il non riuscire ad esprimere un coordinamento tra le forze che si stavano opponendo al regime.  Che senso ha distruggere dimore o edifici che rappresentano le Istituzioni? Prima o poi una rivolta ha fine e allora occorre che qualcuno governi, e avrà bisogno di una sede idonea. La mera distruzione di un edificio serve unicamente a chi ne è uscito, in quanto con la sua distruzione, si eliminano documenti che possono essere utili a chi subentra per allestire un processo.

Poi il ruolo dell’Europa è stato tentennatamente determinante. Europa così attenta a stabilire quanto deve essere il diametro di una pizza, ma incapace a decidere una no flay zone che impedisse, attraverso l’accecamento dei sistemi di volo, il bombardamento delle città. L’aspettare infine tre settimane per bloccare i beni esteri del regime, giusto il tempo per consentirgli di spostarli in lidi ameni è stata la ciliegina sulla torta.

Quando ho visto in tv una dimora del rais presa d’assalto e distrutta dai ribelli, ho capito che non ci sarebbe stato un dopo, ho capito che la rivoluzione non era tale e che stava per svuotarsi della spinta iniziale, inoltre non c’erano dei capi con idonee capacità organizzative. In quarant’anni chi stava al potere ha eliminato ogni lievito unitario e nessuno dice una parola della diaspora dei Tuareg.

L’ho capito anche dalle cronache dei reportage. I giornalisti, sia della carta stampata che delle tv, dall’inizio non da ieri, quando parlano delle forze che si sono opposte al regime, parlano di rivoltosi e non di rivoluzionari, la differenza non è da poco. Una rivolta è effimera, una rivoluzione è duratura.

Quindi, ora che Spartacus sta per essere ancora una volta crocifisso, prepariamoci a godere del gas e del petrolio che il colonnello ci fornirà. L’acqua calda di cui potremo godere laverà ogni fatica, anche mentale. Il Sindaco si Roma si prepari a rimettere a disposizione il prato utile per piantar la tenda, il Premier a ripetere il gesto guascone del baciamano, e il Ministro dell’Interno organizzi in fretta i voli charter Lampedusa – Tripoli, per la gioia delle truppe padane che potranno tornare alle amate salamelle con polenta e una goccia di succo di sole alpino (che per me resta sempre marjane stilizzata),  con con buona pace di chi come me ha pensato che una rondine potesse far primavera. La storia infine, non riporterà che qualche riga per ricordare che il 17 febbraio del 2011, ovvero 14 Rabì’ I, secondo il calendario Islamico (salvo errori), c’è stata una rivolta per il caro pane.

Autore: Paolo Popof

Se fai un giro nel mio blog puoi apprendere qualcosa in più di quel che so io di me.

7 pensieri riguardo “SPARTACUS, O DELLA FINE DI UN SOGNO”

  1. Da molti giorni, mentre Gheddafi massacra gli abitanti della Libia, l’intera Europa chiacchiera. Ormai il Rais sta riportando il Paese sotto la sua dittatura, forse tutto questo poteva essere evitato. Il Presidente francese ci ha provato, ma nulla di serio, Obama sempre più indeciso su “essere o non essere”, l’Italia legata da un patto vergognoso se n’è lavata le mani, una riedizione di Ponzio Pilato. Sicuramente la democrazia non si esporta con l’invasione militare, ma forse era il caso di aiutare l’insurrezione in atto. Quale sarà lo scenario politico ed economico, dopo il ritorno del Rais è prevedibile un politica più crudele e spietata.

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  2. Evviva, Evviva…i libici adesso non sono più soli!!!
    Sono contentissima di non averlo messo ieri pomeriggio il commento a questo articolo, Popof, ne sarebbe venuta un’amara riflessione…invece stanotte, dopo il discorso delirante del rais, qualcosa è cambiato, l’O.N.U. ha votato le risoluzioni x la No Fly Zone, e x assicurarsi che rispetti il “cessate il fuoco” sulla popolazione, anche la N.A.T.O. ha messo il carico da 11.
    Se Gheddafi disattende e non osserva , il fuoco della N.A.T.O. è pronta ad intervenire con bombardamenti mirati.
    Il vento nessuno può fermarlo….sono felice.

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    1. Si torna alla situazione di una quindicina di giorni fa, con una situazione da guerra civile. Si fossero mossi prima…. solo che adesso Gheddafi ha i capitali al sicuro,le armi gliele venderanno e tutta la sua congrega terrà in scacco gli avversari.
      Oppure sarà la volta buona che il cattivo viene acchiappato? Ti immagini il processo a Gheddafi alla corte dell’Aja?
      Spero che gli oppositori si organizzino e soprattutto esprimano una forma di coordinamento democratico.

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  3. Essendo entrato oggi nel mio blog avrai certamente visto che dell’argomento Libia mi sono occupato ampiamente anch’io ma ho definito i rivoltosi “resistenti” perchè sono convinto che si meritino questo appellativo.
    Obama, con due guerra in atto, a mio avviso, non avrebbe potuto fare molto di più. In pratica ha acceso la miccia ed è stato uno dei protagonisti per l’approvazione della delibera, senza veti, cosa che si verifica raramente in casi del genere, del Consiglio di Sicurezza dell’ONU.
    Nelle intenzioni, avrebbe dovuto esserci un seguito coinvolgente la NATO, l’unica organizzazione internazionale che dispone di uomini e mezzi (quelli degli Stati membri) per potere intervenire militarmente sotto l’ombrello dell’ONU come è stato fatto, ad esempio, per l’ex Jugoslavia.
    Ma il comportamento aggressivo della Francia a cui si è contrapposto quello rinunciatario della Germania che è sotto elezioni, per non parlare dei compromessi del governo italiano al limite del vassallaggio con baciamano incorporato ha dimostrato che, di fatto, l’Unione europea non esiste, al di là dell’euro, perchè staterello non è disponibile a cedere all’Europa, come Stato sovranazionale, nessuno dei suoi poteri politici. Per cui non è stato difficile arrivare alla moneta unica, è stato e sarà difficilissimo passare all’Europa unita politicamente. Figurarsi, poi, con l’Italia governata dalla Lega che sta disgregando persino quel po’ di unità nazionale conquistato con il Risorgimento, prima, e con la Resistenza, dopo.
    Intanto la NATO forse prenderà le redini della partita la settimana prossima. Campa cavallo!!!

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